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Il laboratorio mensile di musical che la scuola propone ormai da tempo richiama, ogni anno, le persone più diverse: adulti impegnati anche in attività lavorative lontanissime dall’arte, donne di tutte le età che non hanno mai studiato danza, ragazze in carriera, uomini insospettabili.
E tutte le volte si crea una sintonia che poi, al di là delle abilità individuali, arriva sul palco e, non di rado, prosegue anche oltre lo spettacolo.

Dal mese di ottobre il nutrito gruppo di coraggiosi che ha raccolto la sfida sta lavorando alla preparazione di una versione moderna di “Grease”.
Nadia è la veterana della comitiva: partecipa al laboratorio dalla prima edizione, che risale a 4 anni fa, ed ogni volta entra in sala con un entusiasmo contagioso. Non potevamo che chiedere a lei, quindi, di parlarci del valore di questa esperienza!

D: Eccoci ancora qui Nadia, alle prese con la preparazione di un nuovo musical! Cosa ti ha spinto ad iscriverti al nostro laboratorio a suo tempo, e poi a rifarlo ogni anno, fino ad oggi?
R: Mi hanno spinto soprattutto le insegnanti ed il gruppo che ogni anno si forma o si ritrova. Insieme ovviamente all’adrenalina che sale quando si sta per andare in scena facendoci sentire molto unite.. quando si apre quel sipario l’emozione è forte, ma poi piano piano si scioglie e rimane la gioia!

D: La danza e la recitazione fanno parte del tuo percorso di vita o ci sono entrate grazie a questa esperienza? Avevi mai provato il brivido del palcoscenico?
R: La danza e la recitazione sono sempre state nei miei sogni – soprattutto i musical – ma non ho un percorso alle spalle.. Mi sono avvicinata timorosa, accettando questa sfida con me stessa e sono stata presa per mano dalle insegnanti, che mi hanno fatto credere in me stessa.. e io l’ho fatto! Inoltre nei gruppi che si sono creati non ci sono state mai competizioni o altro ma solo divertimento e voglia di mettersi in gioco.

D: Cosa trovi – in termini di energie, di aspettative – quando entri in sala? Come ti sembra il gruppo di lavoro che si è creato quest’anno, anche rispetto alle scorse edizioni?
R: Sicuramente la prima energia che si respira è quella di una compagnia di persone che hanno le stesse passioni e una grande voglia di passare delle ore felici insieme. Ogni anno il gruppo che si crea è diverso, ma nella mia esperienza c’è sempre stata molta unione: quest’anno poi siamo tantissimi!

D: In Grease che personaggio ti vedremo interpretare? Come vivi questo periodo di preparazione e poi la corsa finale verso il teatro?
R: Io quest’anno interpreterò Doodie, uno dei tre amici di Danny: mi trasformerò in un uomo (o almeno ci proverò)! La preparazione dello spettacolo la vivo in maniera molto goliardica, anche se a volte – lo confesso! – mi dico “ce la farò??”. Ma è solo un pensiero estemporaneo: l’entusiasmo poi lo spazza via velocemente.

D: Perché, secondo te, una persona anche lontana dall’arte dovrebbe cimentarsi in un’esperienza come questa? Quale valori ritieni possa avere?
R: Onestamente credo che chi si avvicina a questo percorso un po’ di arte dentro, magari non sapendolo, ce l’abbia. Poi, certamente, bisogna saper giocare, al di là delle età e degli schemi mentali più o meno imposti.. Questo percorso è proprio un gioco che, attraverso i ruoli da interpretare, insegna a credere in se stessi e riesce a far emergere dei lati del carattere a volte sconosciuti. Ma è un gioco basato su valori importanti: il rispetto delle persone e dei ruoli, la solidarietà, l’essere parte di un gruppo. Ed è anche un ottimo modo per costruire nuove amicizie!

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